Figli di conviventi separati e assegnazione della casa, che cambia?

Molti genitori temono al momento della fine della convivenza che i figli possano subire un trattamento diverso in quanto non sono nati in costanza di matrimonio, sono preoccupazioni legittime?

E’ vero che le coppie di fatto e i conviventi non sono tutelati dalla legge, ad oggi non esiste infatti nessuna regola che disciplini i rapporti di coppia fra persone non sposate che però intrattengono una relazione lunga e abitano sotto lo stesso tetto. Quando questa convivenza finisce, esattamente come può finire un matrimonio, tutto è rimesso in mano ai singoli.

E’ soprattutto per questa ragione che si tende a preoccuparsi molto per il destino dei figli nati nel corso della relazione, ma è davvero una preoccupazione necessaria? In realtà no, perché i figli nati da genitori conviventi hanno gli stessi diritti di quelli nati nel corso del matrimonio, ne più ne meno.

Ed infatti se in caso di convivenza senza figli la casa torna automaticamente al convivente che ne è il titolare, se ci sono minori di mezzo la decisione ricade sul Tribunale che, proprio come in qualsiasi altra separazione, tenderà ad assegnare la casa al genitore collocatario (cioé quello presso il quale i figli abiteranno per la maggior parte del tempo)

Addirittura se la casa che la coppia di fatto abitava era in affitto il genitore collocatario ha il diritto di subentrare come locatario se il contratto era intestato all’altro e ciò anche in caso di morte dell’altro coniuge.

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