Convivere con un marito affetto da Doc, disturbo ossessivo compulsivo

Come la malattia del coniuge se non curata può costringerci a vivere in uno stato di sofferenza e impotenza

CONVIVERE CON CONIUGE AFFETTO DA DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO – Ciao a tutti, ho 48 ani e sono sposata da 18 anni, dal nostro matrimonio é nato un figlio che ora ha sedici anni e mezzo. Mio marito soffre da almeno vent'anni (io l'ho scoperto dopo un anno di matrimonio) di un grave disturbo denominato DOC, ovvero disturbo ossessivo compulsivo con altre complicanze derivate.

Mio marito ha sempre rifiutato l'idea di avere questo problema e non accetta alcuna forma di aiuto ma il disturbo ormai ha preso totalmente il controllo della sua e della nostra vita facendoci vivere in un vero inferno. Se dovessi raccontare tutto quello che sopportiamo io e mio figlio potrei scrivere un libro, cose inimmaginabili agli occhi di una persona razionale!

Avendo la fobia della sporcizia e delle malattie, in particolare HIV, mio marito si é quasi completamente isolato dalla società facendo in modo di portarsi il lavoro a casa ed evitando il piú possibile ogni contatto esterno. La stessa cosa la pretende da noi anche se ovviamente nostro figlio deve andare a scuola e frequentare gli amici.

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Ogni nostra giornata é programmata in modo da non avere pericoli di contagi quindi siamo obbligati a disinfettare, pulire, lavarci, disinfettarci, usare precauzioni di ogni sorta prima di rientrare in casa. Una volta in casa tutto é regolato da procedure e di pulizia supervisionate costantemente da lui in modo che l'ambiente, gli oggetti, gli indumenti e i locali siano sempre perfettamente "decontaminati". Nella sua compulsione ogni suo gesto deve essere "contato" a voce alta con multipli di tre.

Esempio: si lava le mani, a seconda della sporcizia, 6,12,18,…volte. In media spendiamo circa 400 euro al mese solo per l'acquisto di guanti in lattice monouso, alcool denaturato, disinfettanti farmaceutici vari, prodotti detergenti professionali e simili. Quando andiamo in vacanza o da qualche parte (anche solo dai genitori) le procedure di pulizia al rientro sono d'obbligo e direttamente proporzionali al luogo ch e abbiamo frequentato.

Io non posso frequentare nessuno, non posso andare in giro da sola, neanche andare a fare la spesa o dal parrucchiere da anni! Ho perso tutte le amiche, a malapena posso vedere la mia famiglia. Ogni minima cosa deve essere fatta in sua presenza, in modo che lui possa controllare. Nostro figlio da anni é costretto a convivere con questa malattia e suo malgrado ha dovuto abituarsi ad assecondare il padre in ogni suo capriccio ma giustamente anche li non ne puó piú.

Io ho provato in tutti i modi a risolvere la situazione, l'ho minacciato di andarmene piú e piú volte, l'ho scongiurato di farsi aiutare con le bone e con le cattive ma non é servito a niente. I suoi genitori sono a conoscenza del problema ma fanno finta di niente pensando che io esageri e si preoccupano solo di evitare che la gente non ne venga a conoscenza.

I miei vorrebbero invece aiutarci ma io non posso farli intervenire. Economicamente io dipendo totalmente da lui perché nel corso degli anni lui ha fatto in modo che io non lavorassi piú. Ormai la nostra convivenza é fatta di urla e litigi continui perché io non sopporto piú questa vita e soprattutto perché sono preoccupatissima per nostro figlio.

Temo che ne stia risentendo troppo e che con il tempo sviluppi le stesse fobie del padre diventando un disadattato. Gli ho chiesto la separazione un anno fa ma lui si é rifiutato con ira dicendo che dobbiamo pensare solo al benessere di nostro figlio almeno fino a quando non sarà maggiorenne.

Mi ha detto che io non sarei in grado di gestire la mia vita senza di lui, che sarei una sbandata senza soldi, che sono un'ingrata… Io gli ho detto che non lo amo piú da tempo e che disprezzo e odio profondamente ogni suo atteggiamento e gesto. Mi ha risposto che lo ha capito ma che é in grado di sopportare l'idea perché lui invece mi ama!

Sa che non sto bene, che sono depressa e triste ma dice che devo imparare a sopportare i problemi della vita perché tutti ne hanno e non esiste il matrimonio perfetto. Gli ho proposto la separazione in casa e lui si è messo a ridere. A volte, se non fosse per il bene immenso che voglio a mio figlio, vorrei fuggire! Ma in effetti che potrei fare?

Non ho neanche l'auto! Se tornassi dai miei lui farebbe sicuramente in modo, visto che é benestante, di vendicarsi, ne sono certa. Non sto parlando di violenza, assolutamente, ma credo che riuscirebbe ad allontanare in qualche modo mio figlio da me, anche se é giá grande.

Ha molto ascendente su di lui, sa come portarlo dalla sua parte, lo conosco. Ieri sera, dopo l'ennesimo litigio dopo che mi ero rifiutata di pulire la tovaglia per una delle sue fissazioni assurde, gli ho detto che se continuava cosí lo avrei fatto ricoverare e che da quel momento non lo avrei piú assecondato in nulla e che avrei ricominciato ad uscire, a frequentare luoghi e persone senza alcun problema di sorta.

La sua reazione fredda e la sua laconica risposta mi hanno dato il colpo di grazia:" Bene, sappi che se d'ora in avanti non seguirai piú le regole di pulizia e attenzione su di te,ovviamente non entrerai piú in questa casa con le dovute conseguenze…" Ho capito di essere irrimediabilmente "incastrata" e che non potró fare assolutamente nulla per cambiare la situazione. Ho perso anche la mia dignitá di donna e di essere umano.

Pur odiandolo e disprezzandolo sono costretta a conviverci, continuando a fare la mogliettina perfetta e felice agli occhi di tutti. Non ho alternative. Separati in casa o no….la mia vita é questa. Per lo meno ora mi sono sfogata, non servirá a nulla a me ma forse questa storia potrá aiutare qualche coppia che pensa di separarsi per motivi futili e insignificanti. Forse, leggendo la mia storia, qualche altra donna disperata avrá il coraggio di uscire allo scoperto….chissá… Grazie per avermi ascoltata!

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