Genitori che viziano i figli dopo la separazione

Viziare i figli per compensare il fatto che c'è stata una separazione è un comportamento molto comune

Viziare figli dopo separazione

Quando un genitore si separa, segue spesso una fase che si può definire di disorientamento educativo. Cosa significa? Educare e crescere i propri figli implica una serie di valori e di priorità da trasmettere,  affinchè ci sia chiarezza su ciò che davvero è importante per la propria evoluzione personale e per poter vivere in modo sereno e rispettoso la propria vita.

Separazione consensuale
 

Quando un figlio o una figlia subisce l’evento della separazione, le priorità cambiano e se ne aggiunge una nuova, che riguarda il superamento di un vissuto doloroso di abbandono, e perdita di uno stato precedentemente assimilato. Il genitore stesso dovrà avere a che fare con il proprio sentimento doloroso simile al lutto o al senso di fallimento relazionale.

Ecco che quindi la prima cosa che verrà impulsivamente da fare sarà addolcire la pillola e rendere il più possibile accettabile un momento tanto difficile, attraverso scelte, svaghi, vizi ed evasioni che possano spostare o minimizzare tutte quelle emozioni di rabbia, paura o frustrazione che sono per tutti,  inevitabili.

Figli viziati significa figli non ascoltati, non compresi e magari temuti per ciò che potranno covare o pensare dei propri genitori,che tanto li stanno facendo soffrire e che egoisticamente agiscono in funzione della propria felicità. Questi stessi vissuti in realtà, proprio come accade nel caso del lutto, dovrebbero invece essere espressi, contenuti, elaborati e solo alla fine superati davvero e per far ciò non è certamente possibile passare per l’anestesia totale del dolore psicologico, se non a discapito della propria salute personale. 

Il figlio che riceverà molti più regali del solito e che verrà accontentato in ogni sua richiesta urlata, coinciderà con quel figlio che dovrà mostrarsi felice per forza nonostante tutto e che dovrà dimostrare ai propri genitori di essere forte abbastanza per poter supportare anche loro. Un futuro individuo infelice, dunque, costretto a reprimere i propri vissuti negativi, per rendere più accettabile la scelta genitoriale.

Naturalmente ciò non significa non facilitare una fase tanto delicata per il figlio e per i genitori stessi, attraverso la creazione di un clima più leggero e gioioso, che resta assai importante, se non necessario al superamento della crisi familiare….ma ciò non dovrà essere confuso con l’evitamento e la minimizzazione di certi vissuti dolorosi. Reprimere, negare o evitare una frustrazione affettiva, significa rimandare se non peggiorare, la condizione realmente presente, rischiando di incappare in tutte quelle forme di somatizzazione, ansia e disturbi dell’umore che rappresentano la conseguenza più diretta di questo processo mal gestito.

Viziare i figli e convincersi che tutto sarà magicamente superato, magari non parlando del proprio dolore o minimizzando quello del proprio figlio, significa reprimere i sensi di colpa che invece hanno una loro precisa funzione e servono innanzitutto per mettersi in discussione, per migliorare e migliorarsi, ed infine per perdonarsi.

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