Come dimostrare che il coniuge guadagna più di quanto dichiara

Come eseguire l'accertamento del patrimonio dell'ex marito o ex moglie in caso di separazione dimostrando che guadagna in nero più di quanto dichiara

Coniuge guadagna più del dichiarato

Accertare la reale situazione economica del coniuge al momento della separazione e dimostrare che guadagna più di quanto dichiara è essenziale per ottenere un giusto assegno di mantenimento. Il coniuge potrebbe infatti tentare di nascondere o occultare parte del proprio patrimonio per versare un mantenimento più basso all'ex moglie o all'ex marito.

Nei giudizi di separazione, quando si tratta di stabilire l’entità della somma di mantenimento posta a carico di un coniuge in favore dell’altro, non sempre la situazione economica dichiarata dai soggetti interessati corrisponde a quella effettiva. Capita, infatti, che un coniuge avente un alto tenore di vita si adoperi in ogni modo al fine di celare le proprie reali condizioni economiche, così da sottrarsi al dovere di mantenimento gravante a proprio carico.

Separazione e redditi in nero

Così come, all’opposto, può accadere che il coniuge legittimato a ricevere l’assegno di mantenimento dichiari, in modo fittizio, di non possedere alcuna risorsa economica in modo da ottenere più di quanto gli spetti. Del resto, l’unico onere documentale previsto per le parti che intendano separarsi è quello di allegare al ricorso introduttivo di separazione le copie delle ultime tre dichiarazioni dei redditi, senza che peraltro sia stabilita una specifica sanzione nell’ipotesi in cui ciò non accada.

Spesso, dunque, è il coniuge stesso, intenzionato a smentire la controparte, a rendersi autore di una vera e propria attività d’indagine diretta a reperire le informazioni e la documentazione necessaria a provare la situazione reddituale del consorte. Qualora, dalle informazioni così raccolte, le dichiarazioni dei redditi esibite dovessero apparire non verosimili o comunque in contrasto con il tenore di vita del dichiarante, sarà possibile chiedere al Giudice di disporre opportune indagini patrimoniali anche a mezzo della Polizia Tributaria, la quale potrà acquisire tutta la documentazione relativa al patrimonio mobiliare ed immobiliare del soggetto coinvolto nell’accertamento.

Tali controlli saranno finalizzati, ad esempio, a ricercare l’esistenza di conti correnti bancari e di titoli azionari intestati a quest’ultimo, a indagare sulla situazione economica di eventuali società di cui la persona è socia (compresa la valutazione del fatturato e degli utili annuali), e ancora a verificare le singole voci indicate nella dichiarazione dei redditi depositata in sede giudiziale.

Sempre in presenza di determinati “indizi” che facciano supporre la non attendibilità delle dichiarazioni rese, è inoltre prevista, per la parte interessata, la possibilità di rivolgersi al Giudice chiedendo che venga ordinata l’esibizione di determinati documenti, e ciò non solo nei confronti della controparte bensì anche verso soggetti terzi (es: datore di lavoro, banche presso le quali è detenuto un conto corrente, etc.).  

Maggiori problemi potrebbero sorgere nei casi dei cosiddetti “patrimoni occulti”, che si hanno quando il coniuge intesti fittiziamente a terzi una parte del proprio patrimonio, sempre nell’intento di sfuggire al proprio dovere di mantenimento oppure di ricevere un assegno di importo maggiore. 

Vero è che, in simili situazioni, sarà la parte stessa, sicuramente più coinvolta e, dunque, più informata sull’effettiva disponibilità economica del consorte e sul reale stile di vita dello stesso, a dover portare a conoscenza del Giudice una serie di elementi, anche solo di natura presuntiva, che possano convincere l’Autorità a rendere plausibile l’esistenza di un patrimonio nascosto (si pensi al caso di un nullafacente che guidi auto di lusso di grossa cilindrata o ancora “dedito” a viaggi molto costosi).

Infine, non è da escludere l’opportunità di chiedere all’Organo Giudicante di voler assumere la testimonianza di coloro che possano essere a conoscenza di informazioni utili a ricostruire ed accertare il patrimonio e l’effettiva situazione lavorativa del soggetto (come accade nell’ipotesi del cosiddetto “lavoro nero”).

E’ comunque importante precisare che, in sede giudiziale, l’attività istruttoria e d’indagine è rimessa alla discrezione del Giudice il quale potrebbe non ritenere opportuno l’approfondimento probatorio chiesto dal coniuge interessato a dimostrare l’effettiva disponibilità patrimoniale dell’altro (ciò potrebbe accadere, ad esempio, perché l’Autorità reputa attendibile e sufficiente la dichiarazione dei redditi a suo tempo presentata dalla parte).

Pertanto, più numerosi saranno gli elementi indiziari messi a disposizione del Giudice quanto maggiori saranno le possibilità, per il coniuge richiedente, di vedere accolte le proprie richieste di prova tese a smentire la controparte e quindi di dimostrare la reale situazione economica di quest’ultima.

A cura dell'Avvocato Francesca Oriali

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